L’acqua potabile è un diritto!
Questo emerge dai dibattiti sulla privatizzazione della risorsa, dalla consultazione referendaria e dalle sempre maggiori esigenze del mondo in via di sviluppo.
Ma non tutti sanno che l’attuale gestione dell’acqua in Italia presenta un grosso problema: le deroghe. Nel 2001 è stato emesso il Decreto Legislativo che stabilisce i parametri di qualità dell’acqua ai quali devono attenersi tutti i gestori, produttori, distributori, ecc.
Recentemente 7 regioni italiane hanno riscontrato nelle acque dei propri acquedotti alcuni parametri oltre i limiti di legge, in particolare Arsenico, Boro e Fluoro.
Tutti i 3 potenzialmente pericolosi per la salute umana. La prima reazione delle regioni è stata quella di chiedere una deroga, cioè hanno chiesto di poter continuare a distribuire l’acqua in attesa di poter mettere in atto misure correttive.
L’Unione Europea (con la decisione del 28/10/2010) ha accettato alcune richieste e ne ha rifiutate altre ma in ogni caso ha imposto le seguenti condizioni aggiuntive: l’acqua somministrata ai bambini sotto i 3 anni deve rispettare i limiti di legge senza alcuna concessione.
I gestori devono informare i cittadini sui rischi legati al consumo di acqua oggetto di deroga, i gestori devono monitorare e correggere la qualità al fine di riportarla nella norma entro la fine del 2012.
Le domande da porsi sono poche: cosa stanno facendo le regioni, i comuni o le aziende per informare i cittadine e per correggere i parametri? Alla fine del 2012 saranno chieste nuove deroghe? Questo non alimenterà un sistema di “tacita illegalità”?
Ma soprattutto: cosa stiamo bevendo?
Speriamo solo che chi andrà a gestire la risorsa, ente pubblico o privato che sia, sappia prima di tutto rispondere a queste domande.