Incredibile. Lo so, però i fatti sono fatti. Ieri sono rientrato in Italia dopo due settimane di ferie trascorse sulle isole Mauritius. No, lo so cosa state pensando, niente di tutto questo, solo che essendo disoccupato ho molto tempo libero.
Tra il normale via vai di persone, stavo aspettando l’arrivo dei miei bagagli nella sala d’attesa, quando, esattamente nel mezzo di questo spazio, Oscar Giannino e Beppe Grillo sono venuti fortuitamente a contatto. Nessuno si era ancora accorto di nulla, ma proprio nel momento dello sfioramento l’aria si deve essere come appesantita tanto che ci siamo guardati sospettosi uno con l’altro. Poi improvvisa una voce si è alzata e abbiamo capito… guardate! Giannino e Grillo! Ohhh… Tutti ci siamo ritratti verso i lati, protetti dagli uomini della sicurezza. E i due sono rimasti soli al centro di quel ring, a venti cm uno dall’altro.
Grillo, digrignando i denti, ha detto a Giannino che se quella non fosse stata una sala d’ aereoporto gli avrebbe fatto la giacca a pezzi per quanti quadratini avesse. Giannino gli ha risposto che se quella non fosse stata una sala d’aeroporto gli avrebbe fatto mangiare quel lurido maglione che indossava.
E Grillo tirandosi su le maniche ha ribattuto che per quanto gli concerneva quella non era più una sala d’aeroporto e ha colpito l’avversario con un calcio volante spedendolo schiena a terra a circa dieci metri di distanza. E noi… uhhh… Ho pensato che fosse morto ed invece Giannino si è rialzato di scatto e si è tolto la cravatta rossa trasformandola magicamente in una alabarda che ha scagliato furibondo verso l’antagonista prendendolo di striscio sulla chioma. L’alabarda ha trapassato il muro finendo chissà dove.
Grillo si è ritrovato a calpestare i riccioli dei suoi capelli e a quel punto ha lanciato un urlo e si è arrampicato per circa tre metri e mezzo-quattro su una colonna che gli stava a fianco, ha messo a fuoco il bersaglio e gli si è scaraventato addosso. Giannino non è riuscito o non ha voluto forse evitarlo, tanto che Grillo lo ha preso per il collo bloccandolo a terra, mentre con la mano libera si è tolto il bracciale di cuoio e lo ha trasformato in un serpente. Ma prima che la bestia potesse agire, approfittando di una leggera disattenzione del leader 5s, Giannino lo ha afferrato per la barba, semplicemente.
Grillo si è divincolato gridando la barba no! E il serpente si è dileguato passando tra le gambe della gente che stava sul lato opposto al mio, provocando il pandemonio. Quindi, Giannino si è strappato dal polso l’orologio d’oro e glielo ha scagliato contro, e poi le scarpe di cammello e gliele ha scagliate contro, e i calzini di pelo di coniglio e glieli ha scagliati contro, ma stranamente le scarpe sono rimaste scarpe, e l’orologio d’oro è rimasto orologio d’ oro, e i calzini calzini.
E Giannino è rimasto di stucco. Grillo, accortosi della situazione, si è rilassato e si è rivolto a colui che aveva così violentemente aggredito dicendogli che quel pelo di coniglio se lo poteva mettere in testa. Giannino con un gesto lo ha mandato a quel paese e poi ha raccolto le sue cose. E tutti ce ne siamo andati per la nostra strada. Tornando a casa in macchina ho dedotto che: non è vero che i politici sono tutti uguali, è vero che non si sa che fine ha fatto il serpente, è vero che se Oscar Giannino avesse messo la sua solita farfalla non ci sarebbe uno squarcio così sul muro della sala d’attesa dell’aeroporto di Ciampino. E forse, che, se ci fosse qualche argomento in più ci sarebbe qualche rissa in meno.