Vi è mai capitato che nella notte vi sbucasse all’improvviso una persona in bicicletta, senza nessun dispositivo luminoso e magari anche vestito di scuro!?
Cominciamo col precisare che un ciclista deve attenersi al codice della strada esattamente come un automobilista.
Il codice della strada infatti, prevede regole e sanzioni anche per chi commette infrazioni su due ruote, il problema è che molti ciclisti sembrano completamente all’oscuro!
Riassumendo: l’articolo 68 del codice della strada cita,”I velocipedi devono essere muniti di pneumatici a)per la frenatura…che agisca in maniera pronta e efficace. b)per la segnalazione acustica,di un campanello..c)per la segnalazione visiva di luci anteriori bianche o gialle, posteriori, rosse e catadiotri rossi…
Non dimentichiamo le sanzioni che possono variare da 23euro a 92euro o da 33,60euro a 137,55euro a seconda dei casi.
Da poco è stata aggiunta un’ulteriore sanzione, c’è la possibilità di perdere i punti dalla patente…e per chi la patente non c’è la’?
In ogni caso di ciclisti sprovveduti c’è ne sono di tutti i tipi, da quelli che vanno contromano, a quelli che sbucano dai sensi unici, per non parlare dei semafori..che non sono lucine di natale!
Cosa ne pensate?
Fonte immagine: www.regione.emilia-romagna.it
Premetto che sono letteralmente furibondo per questa ennesima scempiaggine legislativa a danno di noi ciclisti. Concediamo pure che nel codice della circolazione ci siano norme che stabiliscano un insieme minimo di doveri anche per i ciclisti: in fondo, nella misura in cui essi diventano “occupatori di sede stradale” ogni qualvolta si azzardano ad avventurarsi nel traffico, è ragionevole aspettarsi che non creino intralcio alla circolazione complessiva e non diventino un rischio per sé e per gli altri.
Non sfugge a nessuno, tuttavia, che tale (sensata) richiesta avrebbe davvero senso se e solo se in Italia i ciclisti fossero messi davvero nelle condizioni di circolare senza creare intralcio e senza diventare un rischio. In altre parole: ben vengano i doveri dei ciclisti, se poi però si mettono questi ultimi anche in condizione di poter esercitare i propri diritti: primo fra tutti, quello di non morire ad ogni incrocio e ogni rotatoria.
In parole ancora più povere: in Olanda, o in Svezia, o in uno qualsiasi di quei paesi civili dove il ciclista è protetto e tutelato come vera e propria avanguardia di un modo più umano e civile di muoversi in città, e dove di conseguenza ci sono MIGLIAIA di chilometri di VERE piste ciclabili urbane ed extraurbane, può avere senso che nel codice stradale ci siano norme che stabiliscono quali siano i doveri dei ciclisti nei confronti degli automobilisti; in Italia, in questo sventurato paese dove il ciclista urbano viene da sempre visto nella migliore delle ipotesi come un originale che ha tempo da perdere, nella peggiore come un ostacolo/un nemico/un rompiscatole, NO.
Tutto ciò premesso, direi che con questo ulteriore esempio dell’attitudine italiana ad iperlegiferare, per di più in modo sconclusionato, si tocchino vette di assurdità giuridica mai raggiunte prima. Il legislatore dovrebbe infatti spiegarci che senso abbia comminare una sanzione come il ritiro di punti dalla patente automobilistica (la quale, non scordiamocelo, è un documento amministrativo dotato del valore – assai specifico ed estremamente circoscritto – di permesso di guidare un mezzo a motore di una categoria ben precisa) per punire eventuali infrazioni commesse con un veicolo, la bicicletta, che di per sé, allo stato attuale, non ha nemmeno bisogno di uno specifico permesso di guida per poter circolare!
Del fatto che, per via della sua stessa concezione e di ciò che dispone, finirà per creare ciclisti di serie A (quelli che pagheranno solo una multa) e ciclisti di serie B (quelli che vedranno la propria patente automobilistica falcidiata perché, come ciclisti, avevano messo a repentaglio la sicurezza del vecchietto sul marciapiede, su cui magari si erano a loro volta buttati per evitare in extremis di venire falciati dal SUV lanciato a rotta di collo verso l’entrata dell’autostrada), si è già parlato. E’ prevedibile che verrà per questo tacciata di anticostituzionalità, e che di conseguenza i ricorsi nei prossimi mesi fioccheranno.
Quel ch’è peggio, tuttavia, è che il suo potere di deterrenza è pressoché nullo. Consapevole del fatto che – sprovvista com’è di targa, contrassegni di riconoscimento, e non essendoci nulla di nemmeno paragonabile al registro della motorizzazione – una bicicletta è sostanzialmente inidentificabile, nel momento in cui si sente fischiare dietro dai vigili, fatto mentalmente un veloce calcolo costi-benefici, uno potrà sempre scegliere di abbandonarla sul posto, infilandosi nel primo portone aperto o nel primo giardino pubblico, o semplicemente dandosela a gambe e facendo perdere le proprie tracce. A quel punto, la pattuglia di vigili che fa: si mette ad inseguirlo a sirene spiegate perché era salito sul marciapiede con la bici? Di più: mentre l’automobliista colto in flagrante non può trincerarsi dietro un candido “ops… ho scordato a casa libretto di circolazione e patente” (perché in tal caso aggrava la propria situazione), che fare quando il ciclista, alla richiesta di esibire la patente automobilistica, dice “non ce l’ho”, e alla ingiunzione di provare la propria identità mediante l’apposita carta, risponde “l’ho lasciata a casa: siccome mi hanno recentemente derubato, non me la porto mai dietro”?
In altri termini: come fa il pubblico ufficiale di turno ad accertare quale sia l’identità di chi ha commesso l’infrazione, visto che una bicicletta è, come si diceva sopra, un mezzo sostanzialmente inidentificabile? A meno quindi di non introdurre – e il cielo ce ne scampi!! – un equivalente ciclistico del registro della motorizzazione e/o un qualcosa di analogo alla patente, vedo come obiettivo estremamente difficile da raggiungere, per i vigili (carabinieri e polizia, in effetti, spero abbiano cose più importanti di cui occuparsi), il fare rispettare la norma.
Il prevedibile risultato quale sarà? Come in tutti i casi analoghi verificatisi in questo paese negli ultimi – diciamo cinquanta? – anni, ci saranno alcune (diciamo, dalle sei alle dodici) settimane di estrema durezza: trascorse le quali, avremo un’altra norma esistente ma non applicata (come quelle su obbligo cinture di sicurezza, divieto di telefonini al volante, eccetera… do you remember?), e quindi un ulteriore incentivo, per il cittadino italiano, a credere che rispettare la legge in questo paese è sostanzialmente inutile, perché tanto, che la si rispetti o meno, non fa alcuna differenza.
E noi ciclisti continueremo a morire alle rotatorie, e a respirare il puzzo di olio di frittura proveniente dallo scappamento dei diesel Euro4…. ¬¬
Grazie dell’ospitalità…
Chi ha scritto il precedente articolo si è divertito a fare il demagogo, accusando di pericolose infrazioni i ciclisti. Io leggerei l’articolo in questo modo:
Vi è mai capitato di vedere nella notte (o in galleria) automobilisti girare a fari spenti e magari anche con la carrozzeria scura!? Io si, tante volte!
…
di automobilisti sprovveduti c’è ne sono di tutti i tipi, da quelli che corrono contromano, a quelli che sbucano dai sensi unici, per non parlare dei semafori… dove si accelera sempre per bruciare il giallo!
La differenza fra gli automobilisti ed i ciclisti è che la cronaca non riporta mai notizie di ciclisti che hanno travolto ed ucciso delle persone, ne tantomeno di ciclisti fumati che si schiantano il sabato sera all’uscita della discoteca! Eccetera…
Quando si valutano come equivalenti le infrazioni del ciclista e quelle dell’automobilista, si commette un grave errore di valutazione delle responsabilità, che per l’automobilista sono enormemente più alte.
In questi tempi di crisi economica, dove alcune persone hanno trovato nelle bici una possibile (ma scomoda e faticosa) alternativa ai veicoli a motore, sembra ci sia una volontà di screditarle paragonandole a dei teppisti. Persone che invece sono portatrici di civiltà, progresso urbano e rispetto per l’ambiente.
Una volontà che non vuole ci sia un aumento di persone che smettono di pagare benzina ed assicurazione!
I poteri economici sono forti! Ecco perché di questi tempi la cronaca riporta certe stupidagini sui ciclisti.