Il gioco d’azzardo in Italia è la terza industria per fatturato dietro Eni e Fiat, sta sfiorando gli 80 miliardi di euro annui, circa 16 volte il businness di Las Vegas, equivalente a tre volte la manovra Monti.
Lo stato incassa solamente il 10%, pensate che la spesa media pro capite nel nostro paese per il gioco d’azzardo è di circa 900 euro il triplo degli Stati Uniti, già centomila sono i casi accertati di ludopatia cosi è chiamata la dipendeza al gioco d’azzardo.
Il fenomeno sta diventando preoccupante ed allarmante, i gestori di locali e bar vedono il gioco d’azzardo come la maggior fonte di guadagno, gelati, bibite, caramelle e patatine sono ormai solo un povero contorno alle slot machine che non rende.
Infatti, la maggior parte di chi frequenta i locali e bar spende fino all’ultima moneta nelle slot machine, circuito virtuale dell’economia che sfiora il 4% del pil, togliendolo ad altri settori dell’economia reale, e creando problemi economici, disfacimento delle famiglie, falze speranze, povertà e spese sociali per l’aiuto delle povere persone malate di ludopatia che cadono in questa rete.
Dal 2008 ad oggi a quasi raddoppiato il fatturato, sembra proprio che l’equazione sia “maggiore è la crisi economica, maggiore è il fatturato del gioco d’azzardo.