Kobe Bryant scrive un’altra pagina del suo personale tomo da depositare negli annali NBA. Ieri sera ha infatti segnato 40 punti guidando i suoi Lakers alla vittoria contro i Detroit Pistons, evitando così una striscia negativa di tre sconfitte che la squadra di Los Angeles non aveva mai registrato dall’ingaggio di Gasol.
Fino a qui niente di strano, Kobe ci ha abituato a gare di questo genere. Basti ricordare quel 23 Gennaio 2006, in cui il campione di Philadelphia realizzò la bellezza di 81 punti. Quello che fa notizia è che con la prova di ieri ha fatto cifra tonda: sono infatti esattamente 100 le partite in cui è andato a referto con un 40 o più nella casellina dei punti segnati. In questa speciale classifica è il terzo giocatore all-time, dietro a Wilt Chamberlain (271) e Michael Jordan (173).
Continuando a tenere questo ritmo – a 31 anni e 14 stagioni di NBA alle spalle – Kobe non sembra destinato a cambiare ulteriormente posizione in classifica: le 271 partite di Chamberlain sono senza dubbio fuori portata, ma anche sua maestà MJ sembra inarrivabile. Ma Bryant ci ha abituato a cose apparentemente impossibili, perciò mai dire mai.
Intano comincia a muoversi qualcosa sul mercato: i Memphis Grizzlies di fatto sostituiscono Allen Iverson con l’ex Indiana Jamal Tinsley, play puro. Golden State invece manda Stephen Jackson e Acie Law a Charlotte per Raja Bell e Vladimir Radmanovic.
I Californiani sfoltiscono il parco guardie-ali offensive inserendone una con caratteristiche prettamente difensive e rinforzano il settore lunghi, un po’ sguarnito. Dall’altra parte coach Larry Brown potrà contare sul talento offensivo di Jackson, utile in una squadra con pochi punti nelle mani.