Ciò che vado a scrivere è una lettera inviata ad un direttore di un noto quotidiano Siciliano. Questa lettera nasce in risposta ad un editoriale scritto di suo pugno nel quale, senza parafrasare si attribuiva l’immensa disoccupazione della regione solo ed esclusivamente alla mancata capacità di chi il lavoro lo doveva svolgere.
“Non trovi lavoro? Vuol dire che non sei capace perchè il lavoro c’è.”
Per enfatizzare il tutto si metteva in evidenza sia la posizione che la eventuale remunerazione.
“Spett. Dott. …,
la ringrazio in anticipo per aver trovato il tempo di leggere questa mail.
Mi presento, mi chiamo Sebastiano Amato e sono un ingegnere informatico. Ho avuto modo di leggere il suo editoriale come in oggetto e le scrivo con un duplice scopo il primo quello di rispondere al suo annuncio e quindi candidarmi per la figura di Web Manager, il secondo è per aggiungere forse qualcosa al suo articolo.
Ma andiamo per ordine.
Innanzi tutto, le invio il mio CV, che troverà in allegato e che la invito a leggere. In secondo luogo, le dico che sono abbastanza d’accordo con l’idea da lei espressa. Si è vero molte volte il problema è legato alla scarsa preparazione che molti di noi hanno, ma sono dell’opinione che ciò non sia sostanzialmente l’unico aspetto che va individuato. Credo che il problema si fondi su due questioni cui tempo fa mi sono trovato a riflettere. La prima di carattere economico, in quanto come giustamente lei afferma, l’attuale società si è stabilizzata su un assistenzialismo senza precedenti, che certo fa comodo alla nostra classe dirigente, la seconda di carattere individuale nel senso che un tempo dopo la fase di studio, il tessuto sociale/imprenditoriale formava i soggetti che si affacciavano al mondo del lavoro creando in questo modo un percorso virtuoso di crescita all’interno di una azienda che nel tempo creava professionalità.
Adesso comprende bene che ciò è diventato impossibile, in quanto o mancano i fondi o la voglia di investire nella persone. L’imprenditore tipo, oggi, rincorre in una frenesia che impazza, il massimo profitto nell’immediato e raramente si dedica ad un progetto di crescita graduale e collettiva nel panorama della sua azienda.
Riassumendo, sperando di non averla annoiata, forse il problema non è solamente la scarsa preparazione di chi si affaccia al mondo del lavoro ma anche di chi fa imprenditoria oggi, che sempre più spesso è parecchio improvvisato e immaturo al ruolo che gli compete.
Cordialmente “
Dopo qualche tempo ricevetti una mail alquanto confusa, in cui mi si chiedeva di mettere nero su bianco una scheda attività che riportasse (email originale):
Scheda Attività
- Stato attuale
- Technical designer
- Store manager
- Consulente aziendale
- Docente
- Stato desiderato
- Web manager
- Project manager
- Modalità raggiungimento obiettivi
- Formazione individuale continua
- Ricerca risorse sviluppo
- Ricerca ambito di crescita professionale
- Strumenti
- Internet.
- Relazioni sociali.
- Training on the job.
Fase 1 – Definire lo scopo e gli obiettivi principali del sito, il target e i contenuti del sito. Nello specifico, considero lo scopo come la missione che si affida allo strumento web, gli obiettivi come le quantità misurabili (ad es. come da lei individuato il numero di visitatori…) attraverso cui si verifica il successo del sito web, in ultimo il target come il gruppo o i gruppi di persone a cui il nostro sito si rivolge.
Fase 2 – I contenuti. Io personalmente ritengo siano il fondamento della bontà di un sito e che in genere è un lavoro che si dà per scontato. In proposito si tenga a mente una regola il World Wide Web non è “what you see is what you get”, cioè non tutti gli utenti lo vedono come lo si è progettato.
Fase 3 – Pensare l’interfaccia. Analogamente per un buon cronista le regole da rispettare sono: Who, What, When, Where (Chi, Cosa, Quando, Dove) quindi in primis occorre pensarlo in termini di coerenza, contesto, accesso diretto, semplicità, stabilità. Da non dimenticare è il fatto che le pagine sul WWW sono diverse da un libro in un aspetto cruciale, i link ipertestuali permettono di accedere ad una singola pagina web senza preamboli. Quindi le pagine web hanno una maggiore indipendenza di quelle di un libro.
Ciò significa che l’alto ed il basso (o i margini sx o dx) delle pagine web devono avere maggiori contenuti informativi delle pagine stampate.
Fase 4 – Progettare la navigazione, nel pratico quindi consiste nell’essere chiari, coerenti nell’iconografia, approntare una mappa del sito grafica o in testo, costruire una identità schematica, rendere disponibile, in ogni pagina, il ritorno alla home page e ai principali nodi dell’ipertesto (buttonbar). Fornire ai visitatori la possibilità di trovare le informazioni con il numero minore di azioni e nel minor tempo possibile. Ciò significa che bisogna progettare un’efficiente gerarchia delle informazioni che minimizzi il numero di passaggi.
Fase 5 – Larghezza di banda e interattività . Gli utenti non tollerano lunghe attese. Ricerche sul rapporto fra uomini e computer, hanno mostrato che la soglia temporale per la risposta ai task molteplici è intorno ai 10 secondi. Per questo il progetto delle pagine web deve essere armonizzato con la velocità tipica di accesso del target definito in precedenza.
Fase 6 – Design rigoroso e stabile. Per convincere i visitatori che i contenuti offerti sono accurati ed attendibili, il design del sito deve essere rigoroso come ogni altro tipo di comunicazione e con gli stessi elevati stili editoriali. Un sito che appare costruito con residui di altri siti, con un design visuale scadente e con un basso standard editoriale, non ispirerà affidabilità ai navigatori.
Fase 7 – Feedback ed accessibilità – Il progetto deve prevedere di offrire la possibilità di inviare commenti all’autore o all’editore del sito web. Non tutti i navigatori del sito traggono vantaggio dalla grafica che si offre: alcuni sono ipovedenti o ciechi o hanno un altro tipo di disabilità ; in ultimo significa che si deve tenere conto delle specifiche di usabilità.
Fase 8 – Organizzazione dei contenuti ricerca e lettura. Il modo con cui le persone cercano le informazioni suggerisce che unità discrete e piccole di informazione sono più funzionali e facili da navigare piuttosto che un lungo e piatto documento. I navigatori raramente leggono lunghi documenti di testo sullo schermo e se stanno cercando una specifica informazione, che essi sanno contenuta all’interno di un lungo documento di testo, essi lo scansionano e dopo aver individuato ciò che gli interessa, scaricano il documento e lo consultano successivamente. La struttura gerarchica è il modo migliore per organizzare un’informazione complessa, ed è particolarmente adatta ai siti web. Un’organizzazione gerarchica presuppone un approfondito ed analitico studio sui contenuti, con la costruzione della gerarchia di menù e sub menù molto stringente e logica (modello della piramide invertita).
A tutto ciò si vanno ad aggiungere quelle attività che esulano dal progetto concreto ma che sono fondamentali a chi organizza un team cui si affida il progetto e cioè: budget, risorse valutate sia in ore uomo che in strumenti da utilizzare (hardware e software), tempistiche ecc…
Tutto quello di cui ho discusso riassume in breve il mio approccio programmatico, poco cambia se lo strumento che si utilizza nel progetto è il Project o altro.
Tornando alla sua domanda gli obbiettivi (intesi come quantità misurabili) che potrei individuare, sono in stretta relazione all’evoluzione che il mio skill potrà avere in futuro, tuttavia uno tra tutti potrebbe essere il “fatturato preventivo” che oggi più che mai può essere rappresentativo di ciò che professionalmente si da.
Nella speranza che ci si possa incontrare le porgo i miei più cordiali saluti.”
Partiamo dal file allegato, è uno stampato in PDF delle attività di progetto di un ipotetico sito con relativo diagramma di Gantt. In esso, come potrà osservare, sono riportate le attività e non i costi, ne tanto meno, sono specificate le risorse non conoscendo lo stato dell’arte attuale. In secondo luogo, l’attività ha una durata di circa 97 g lavorativi tuttavia essa è solo una possibile stima, per cui a seguito di una analisi concreta potrebbe variare sia in positivo che in negativo.
Non le porto via ulteriore tempo, e spero che ci si possa incontrare al più presto in quanto, da ciò che si intravedeva dall’editoriale da cui siamo partiti, la sua potrebbe essere una di quelle realtà per cui vale la pena spendere le proprie energie.
Resto in attesa di una sua cordiale risposta.
Ing. Sebastiano Amato.
Nota:
Per completezza, ed esclusivamente per quello, le riporto lo scambio di e-mail avuto con la sua gentilissima collaboratrice la Dott.ssa ….”
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